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Dove si combattè la battaglia dei Campi Raudii..?

Giovan Battista Tiepolo 1696-1770+La battaglia di Vercelli

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Se questo evento che attrasse nientemeno l’attenzione di un gran pittore come il Tiepolo fosse successo in una landa sperduta della Francia,ogni anno ci sarebbero migliaia di turisti a visitare il campo di battaglia,i reperti storici, e soprattutto gli hotels ed i ristoranti della zona.

Ma una simile battaglia che ha avuto un’importanza fondamentale per la storia delle migrazioni germaniche nel nostro paese è avvenuta nel vercellese,esattamente dove nessuno lo sa,ci son stati secondo Plutarco e le sue Vite Parallele niente di meno che 60mila morti ed addirittura 140mila prigionieri,e se fermate uno studente per strada in città e gli domandate come è andata.. e chi ha vinto la battaglia,vi risponderà che non ne sa un bel nulla!

Questa è una delle tante ragioni per cui se Atene piange Sparta non ride.Ovvero perchè i turisti non vengono dal di fuori a visitare Vercelli ed il nostro indotto turistico commerciale piange e ne soffre.

Bravi!

Cosa ci voleva per fare di questa battaglia una festa nazionale?

Ve lo dico sottovoce…ci volevano nel corso dei secoli dei rappresentanti politici che ne fossero al corrente ed insistessero per dare il giusto lustro a chi mise almeno il terreno dello scontro… se non proprio i soldati.

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La Battaglia dei Campi Raudii, chiamata anche Battaglia di Vercelli, fu combattuta nel 101 a.C. fra un esercito della Repubblica Romana, comandato dal console Gaio Mario ed un potente corpo di spedizione composto da tribù germaniche di Cimbri, vicino all’insediamento di Vercellae, nel territorio di quella che a quel tempo era la Gallia Cisalpina. I Cimbri furono letteralmente distrutti, con più di 140.000 morti e 60.000 prigionieri, compresi moltissimi fra donne e bambini. Una gran parte del merito di questa vittoria fu attribuito a Lucio Cornelio Silla, legato del proconsole Quinto Lutazio Catulo, che comandava la cavalleria romana e degli alleati italici.

A sostegno della tesi tradizionale che si sia combattuta dalle nostre parti,nell’area in sponda sinistra (orografica) del fiume Sesia, poco a nord di Borgo Vercelli e circa a 5 km di distanza dalla città di Vercelli, sono eccezionalmente numerosi i ritrovamenti archeologici presumibilmente legati alla battaglia.

La localizzazione nei pressi di Vercelli è dunque utilizzata nell’analisi del Mommsen riportata sotto ed è condivisa dalla maggioranza degli studiosi.

Ecco la ricostruzione della battaglia,secondo Theodor Mommsen:

I due eserciti si incontrarono presso Vercelli, non lontano dalla confluenza del Sesia con il Po, proprio nello stesso luogo in cui Annibale aveva combattuto la sua prima battaglia sul suolo italiano. I Cimbri erano ansiosi di battersi e, come loro usanza, inviarono una delegazione al campo romano per concordare tempo e luogo. Mario li accontentò, e propose il giorno seguente (era il 30 luglio del 101 a.C.) e la piana di Raudii, un vasto luogo pianeggiante, che avrebbe reso più agevoli le manovre della cavalleria romana, superiore a quella germanica. La cavalleria dei Cimbri, muovendosi nella densa foschia mattutina, fu colta di sorpresa da quella romana, con cui fu costretta ad ingaggiare un combattimento ravvicinato prima che potesse disporsi in formazione di attacco, e fu quindi ricacciata indietro verso la propria stessa fanteria, che stava proprio in quel momento schierandosi a battaglia. Al termine i Romani ottennero una schiacciante vittoria, riportando solo leggere perdite, mentre i Cimbri furono letteralmente annientati. Quelli che trovarono la morte in battaglia, cioè la maggior parte dei Cimbri, compreso il valoroso re Boiorix, poterono chiamarsi fortunati, sicuramente più fortunati di coloro che, venduti a Roma al mercato degli schiavi, trovarono un padrone desideroso di vendicarsi su di loro, uomini del nord, che avevano osato sfidare Roma per conquistare le terre del soleggiato sud prima che i tempi della Storia fossero maturi per questa impresa. Alla notizia della disfatta i Tigurini, che erano rimasti al di là delle Alpi, col proposito di unirsi successivamente ai Cimbri, rinunciarono immediatamente all’impresa e fecero ritorno alle loro sedi. La valanga umana, che per tredici lunghi anni aveva seminato terrore fra i popoli stanziati fra il Danubio, l’Ebro, la Senna ed il Po, si trovava sepolta sotto l’erba oppure soggiogata in schiavitù. Il destino del grande miraggio della migrazione germanica si era compiuto, il popolo senza patria dei Cimbri ed i loro compagni di avventura non esistevano più.

Conseguenze storiche.

 

La vittoria dei Campi Raudii, immediatamente successiva alla sconfitta dei Teutoni, avvenuta l’anno precedente sempre ad opera di Mario nella Battaglia di Aquae Sextiae, pose termine al tentativo germanico di invadere i territori controllati da Roma. Questa battaglia, inoltre, ebbe anche una profonda influenza sulle vicende politiche di Roma stessa, segnando l’inizio della rivalità fra Mario e Silla, che sfociò successivamente nello scoppio della prima delle grandi guerre civili. Come ricompensa per il loro prezioso e coraggioso servizio, Mario concesse la cittadinanza romana ai soldati degli alleati italiani, senza nemmeno prima consultare il senato.

Quando alcuni dei senatori gli chiesero di giustificarsi egli ironicamente rispose che nella concitazione della battaglia gli era stato difficile capire se la voce di Roma era quella degli alleati oppure quella della legge. Da questo momento in poi tutte le legioni italiane sarebbero state automaticamente considerate legioni romane. Fu anche la prima volta che un generale vittorioso osasse sfidare apertamente il Senato. Non sarebbe stata nemmeno l’ultima; nell’88 a.C., Silla, sfidando sia il Senato che le tradizioni, avrebbe guidato le sue truppe all’interno delle stesse mura cittadine, mentre Gaio Giulio Cesare, quando nel 49 a.C. ricevette dal Senato l’ordine di abbandonare il comando e di presentarsi a Roma per rispondere dell’accusa di cattiva condotta delle operazioni, attraversò il confine del Rubicone con una delle sue legioni e marciò sulla capitale.

Quest’ultimo episodio rappresentò l’inizio della guerra civile fra Cesare e le forze fedeli al Senato guidate da Pompeo, segnando di fatto la fine della Repubblica Romana.

  1. gualbertoetrusco
    febbraio 13, 2016 alle 4:42 PM

    Egregi lettori vercellesi e non, per spiegare dove avvenne realmente la battaglia dei Campi Raudii servirebbe più spazio maggiore, ciò nonostante cercherò di formulare una nuova ipotesi, suffragata da numerosi indizi e da prove sul luogo dove si tenne la battaglia. A volte mi chiedo come nessuno sia riuscito a formulare ipotesi accettabili, tutte frutto della fantasia o di semplici interpretazioni personali. Le fonti antiche, correttamente interpretate raccontano alcune notizie importanti e determinanti……..
    Le fonti antiche si dividono in due tronconi, il primo raccoglie tutte le fonti e gli scritti dei latini…….che relativamente al luogo citano CAMPIA RAUDII e RAUDIO…..il secondo filone, se così si può dire riguarda una unica versione giuntaci ad opera del greco Plutarco, naturalizzato romano e vissuto circa 200 anni dopo la battaglia.
    Purtroppo ci fu un errore banale da parte di alcuni studiosi che dimenticando le fonti dirette, quelle più vicine all’avvenimento preferirono prestare fede alla versione di Plutarco. Ma bisogna fare una precisazione importante: Plutarco non parlò mai del Piemonte…..del passo del Sempione, del fiume Toce o di Vercelli.
    Plutarco scrisse che i Cimbri prima di entrare in Italia eranop nel Norico. Il Norico si trovava pressappoco dove ora si trova l’Austria, cioè a nord e come ritenuto da numerosissimi studiosi essi entrarono per il Brennero. Non ci sono e non ci possono essere proposte alternative, nonostante i vari tentativi di ‘depistaggio’ fatti da alcuni imprevidenti studiosi. Plutarco scrisse che il nome della zona dove si tenne la battaglia, pur conoscendo le precedenti versioni di Raudio e di Campi Raudii scrisse testualmente ‘ BERCHELLA’….Ma esistono documentate prove che con Berchella Plutarco non intendeva riferirsi a vercelli…..ma la traduzione fu un grossolano errore. Strabone, serio geografo e cartografo greco vissuto prima di Plutarco riferendosi alla città piemontese scrisse OUERCHELLAS…….non molto dopo anche un altro cartografo geografo anch’esso greco riferendosi a Vercelli la chiamo OUERCHELLA…..a dimostrazione che con Berchella non era da intendersi VERCELLI. I Cimbri non erano entrati dal Piemonte…..Berchella non era Vercelli, e l’Atisone il fiume che attraversava il campo di battaglia, citato sempre da Plutarco non era e non poteva essere il proposto Toce, affluente del lago Maggiore e distante oltre 80 km. da Vercelli.
    Se si osservano attentamente tutte le varie proposte fatte dagli studiosi sulla identificazione del luogo si scoprirà che ognuno fece una proposta diversa dagli altri…Robbio, Gattinara, Lomello, tra Vercelli e Novara, tra Novara e Milano,……e così via. Nessuna proposta di quelle fatte ha caratteristiche tali da poter essere presa in seria considerazione…….solo una semplice assonanza….e molte inaccettabili fantasie………I CIMBRI IL PIEMONTE NON LO VIDERO MAI…….questo è sicuro.
    Alcuni tentativi da parte di alcuni studiosi, fra i quali anche l’illustre Mommsen di giustificare uno spostamento da Oriente ad Occidente fatta con l’unico scopo di oltrepassare il Po alle sorgenti………..Ma se Catulo col suo esercito si era arroccato a sud del Po…..poco sotto il veronese e il mantovano, tra Ostiglia e Brescello……..che motivo c’era di percorrere trecento e passa km. dovendo poi passare una decina di fiumi affluenti di sn e di dx del Po…..
    Altri studiosi proposero in alternativa….Rovigo, Ferrara, Verona…..Ma anche queste proposte ( Bronziero, Zennari..ecc…) non potevano essere prese in seria considerazione.
    La battaglia avvenne nel mantovano, lungo la via Postumia, una imponente strada fatta costruire dal console Spurio Postumio Albino 47 anni prima. Questa fu la strada che servì ai Cimbri per recarsi allo scontro con gli eserciti romani. Nei pressi di questa via troviamo gli indizi che mi indussero a fare una circonstanziata ricerca. La rilettura di tutte le fonti antiche conosciute, lo studio sulla toponomastica locale….e la interpretazione che il buion senso consigliava. Valutate tutte le varie ipotesi fin qua fatte ho ritenuto di formulare una nuova ipotesi. Lungo la via Postumia, in un territorio veneto, della Venezia citata dagli storici antichi, troviamo una abbondante toponomastica……..il Raudio e i campi Raudii ( campi rossi )….la Berchella e il fiume Atisone citati da Plutarco…….il ricordo di una battaglia e il nome che ricorda la presenza dei Cimbri in loco….CIMBRIOLO è una frazione tuttora presente. A poca distanza Mariana ( secondo gli storici mantovani costruita da Gaio Mario ). Altri toponimo ricordano personaggi citati dalle fonti antiche….il castrum Lucullo ( Castellucchio )……il fiume Atisone tanto cercato dagli storici moderni e mai trovato….esiste ancora e attraversava come fa tuttora, il campo di battaglia……..In piena epoca Longobarda era denominato Alisione ( oggi osone )……una pergamena del 761 lo menziona.con tale nome )……..e di Boiorix……? sempre compreso nel territorio un quadrato di 20 km di lato…..troviamo la memoria del re dei Cimbri BOIORIGE, ( Boioriaco ) e il toponimo BODRIACO ne testimonia il luogo dove fu ucciso o dove fu sepolto……..Oltre alla toponomastica anche tutti i particolari della battaglia sono rispettati e ben individuabili, ma servirebbe un racconto dettagliato, come ad esempio il sole negli occhi dei Cimbri, la nebbia del 30 luglio, in piena estate, il vento locale…….che fece alzare un gran polverone……Ho già trattato l’argomento su alcune riviste, una rivista CIMBRI/TZIMBAR pubblicata nel dicembre del 2014………vari articoli sulla stampa locale….e alcune conferenze……stanno dimostrando la serietà della presente ipotesi.
    A disposizione per eventuali domande o chiarimenti.

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