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+La paura..è fatta di nulla..

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Chi è credente nell’aldilà ha un vantaggio.Può sempre dire a se stesso che quello che non ha potuto esprimere in questa vita l’avrà nell’altra.Tutto compreso,chiavi in mano.Se invece lo nega,finirà come i Sadducei,che pur rappresentando l’elite aristocratica finirono non considerati dai più che avevano invece bisogno di forti motivazioni per tirare avanti in mezzo ai guai.

Tutti abbiamo bisogno di motivazioni per andare avanti perchè la vita non è un rebus facile da risolvere,soprattutto per chi ha ricevuto in sorte solo delle grane. Parzialmente,aggiungiamo,che se le sia create anche un pò da solo.E’ inevitabile.

In fondo è così per tutti.Tutti compresi,ancora con chiavi in mano,dai poveri immigranti stranieri ai Presidenti ed i Re.

Una bella risposta sarebbe quella di volersi bene,ma non è possibile.I punti di vista differiscono drammaticamente tra persona e persona,è quello che è bene per uno può essere male per l’altro,per cui è meno semplice anche il trovarsi in due per fare pochi passi insieme senza litigare. 

Il mio non è un trattato filosofico,colgo solo l’occasione da come vanno in giro le cose per ricordare questo libro di un’ Autorità scomparsa che nella vita se l’è vista veramente brutta in gioventù,e se pur scampato alla guerra mondiale è stato testimone di cose che sicuramente gli hanno dato modo di riflettere molto sulla cosiddetta cattiveria umana.

Questo libro edito da Mondadori parecchi anni fa ,non è una biografia è un aiuto per le anime che ne hanno bisogno.

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Non è un attacco polemico.Puoi essere importantissimo ed avere meno felicità di una povera vecchietta,il ruolo ti viene normalmente affidato da altri che approvano o vedono in te un aiuto per se stessi.Accettarlo o meno,è comunque una scelta personale influenzata dal momento che si vive e tu vivi.

Ti avessero chiamato ieri o domani non ci saresti stato.Oggi,invece,sì,e poi eventualmente ti domandi chi te l’abbia fatto fare.

Succede a tutti.Ma nella vita ci vuole anche impegno,non solo liquidare il prossimo senza un grazie come successe a Churchill dopo la vittoria.I Britannici riconoscenti lo mandarono a casa,in ferie votando per un altro.Anche questo fa parte del gioco della vita.

Se vogliamo chiudere in allegria,mettiamola giù come Jannacci,in : Ho visto un Re.

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La canzone ha una storia controversa. Fino a poco tempo fa appariva come la versione adattata di una canzone popolare catalana. Così scrivevo il 18 febbraio 2006. In realtà le cose sembrano essere assai diverse. Scrive Claudio Cormio:

” ‘Ho visto un re’ è stata composta per Ci ragiono e Canto N°2 che è una versione più spuria del N°1 ed era prodotto dalla “Comune”, ovvero il gruppo che viene fuori attraverso varie scissioni dal Teatro d’Ottobre e da Nuova Scena.
In questa versione dello spettacolo vi sono numerose canzoni più direttamente politiche, molte dei quali scritte ex novo da Fo e spacciate per popolari.

Esisteva di questo spettacolo l’incisione in due ellepi e un libretto di testi prodotti da “La Comune” e messi in vendita militante durante gli spettacoli. In quei dischi la nostra canzone non era incisa ma compariva nel libretto. Il ritornello “Ah beh, Sì beh!” deriva da un modo di canto toscano (credo della zona del Monte Amiata ) chiamato “Bey”, che fa una specie di coro Yodel e sottende il canto principale.

La canzone venne poi incisa da Jannacci in un 45 giri a firma Dario Fo per il testo e da un maestro prestanome che ha depositato la musica per Paolo Ciarchi che allora non era iscritto alla SIAE.

Probabilmente i “Trinca” l’hanno tradotta in quel periodo. Fo la ridepositò poi completamente a suo nome in anni successivi. Per questioni di “cortesia ” la paternità della musica non è ad oggi stata ancora rivendicata.”

Dai dai, conta su…ah be, sì be…
– Ho visto un re.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un re!
– Ah, beh; sì, beh.
– Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– È l’imperatore che gli ha portato via
un bel castello…
– Ohi che baloss!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero re!
– E povero anche il cavallo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un vesc.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un vescovo!
– Ah, beh; sì, beh.
– Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
– La mano di chi?
– La mano del sacrestano!
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– è il cardinale che gli ha portato via
un’abbazia…
– Oh poer crist!
– …di trentadue che lui ne ha.
– Povero vescovo!
– E povero anche il sacrista!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho visto un ric.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un ricco! Un sciur!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go-, ed ogni goccia andava…
– Deren’t al vin?
– Sì, che tutto l’annacquava!
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, l’imperatore
l’han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ne ha.
– Pover tapin!
– E povero anche il vin!
– Ah, beh; sì, beh.
– Ho vist un villan.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Un contadino!
– Ah, beh; sì, beh.
– Il vescovo, il re, il ricco, l’imperatore,
persino il cardinale, l’han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di scacchi
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
– E po`, cus’è?
– Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale…
– Pover purscel!
– Nel senso del maiale…
– Ah, beh; sì, beh.
– Ma lui no, lui, non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
– Sa l’è, matt?
– No!
– Il fatto è che noi villan…
Noi villan…
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!

(inviata da Riccardo Venturi)

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=1157&lang=it

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FINE

 

 

 

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