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orgoglio italico
Di recente invece, mi è capitato di vedere con i miei occhi in uso una macchina italiana per il raccolto delle olive. In questi giorni in tutta Israele si fa il raccolto, e questa macchina entra sotto ogni albero, scuote rapidamente i rami dalla base e fa cadere tutte le olive nel giro di pochi secondi. Un telo srotolato alla base dell’albero viene poi subito arrotolato e le olive divise dalle ben poche foglie cadute insieme a loro. Il fattore entusiasta – senza sapere da dove vengo – mi dice, eh, è una macchina italiana! E quindi farà un olio buonissimo.
Fede nell’Italia, almeno al livello delle macchine, ce n’è da vendere da queste parti.
Daniela Fubini, Tel Aviv
l’erba del vicino quando è peggio della nostra
L’avidità non è una malattia riservata a quel paese piuttosto che non ad un altro e neppure esclusiva di qualcuno distinguibile per nazionalità razza o religione.
E se mai aveste dei dubbi sull’onestà e sull’integrità professionale del vostro farmacista Tizio piuttosto che non Caio ecco un bell’esempio da porre al confronto e che ci arriva da quei paesi nordici dove tutti pagano le tasse e dove non ci sogneremmo mai che ci fossero anche simili banditi.
E invece ci sono,eccome.
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Un farmacista senza scrupoli
Alla sbarra in Germania un professionista della salute che annacquava i medicinali contro il cancro per guadagnare di più
lunedì 13/11/17 19:13 – ultimo aggiornamento: lunedì 13/11/17 19:17
La sete di guadagno per anni ha spinto un farmacista tedesco ad annacquare i medicinali contro il cancro che vendeva ai pazienti. In Germania viene definito uno dei più gravi scandali sanitari di sempre: una truffa portata avanti per anni da un professionista della salute della Ruhr, che da lunedì deve difendersi dalle accuse di lesione aggravata plurima e frode ai danni di centinaia di pazienti malati di cancro nonché di truffa alle casse malati per un totale di 56 milioni di euro.
Il farmacista di Bottrop, secondo l’accusa, ha alterato la composizione di qualcosa come 61’980 preparati. L’imputato, arrestato nel novembre del 2016, aggiungeva l’acqua a sostanze utilizzate per la chemioterapia. Raddoppiava il numero delle fiale che poi rivendeva, come fossero originali, nella sua farmacia situata nel centro della città renana.
Le conseguenze più pesanti le hanno subite i tanti pazienti che al posto delle medicine prescritte, hanno fatto i trattamenti con un miscuglio di dubbia qualità ed efficacia. Le vittime sarebbero diverse centinaia e 120 hanno sporto denuncia. Anche se nel frattempo diversi malati affetti dal cancro sono deceduti, per la procura è stato impossibile dimostrare con certezza un legame diretto fra la somministrazione dei medicinali manipolati e i decessi. In caso di una condanna il farmacista rischia fino a quindici anni di reclusione.
Diem/RG
https://www.rsi.ch/news/mondo/Un-farmacista-senza-scrupoli-9783406.html
due ritratti fatti coi pastelli
L’ultima volta che vidi Parigi avrò avuto dai 62 ai 64 anni ed ero nell’ufficio del mio amico Paul.Mi scattò una foto dalla quale trassi questo autoritratto fatto con pastelli su carta.
L’idea che mi ispirò è quella che segue.E cioè il ritratto buttato giù con la stessa tecnica ma ben diversa abilità come è ovvio di un Toulouse Lautrec nei confronti dell’amico van Gogh in un caffè parigino nel 1887.
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Il “Ritratto di Van Gogh” di Henri Toulouse-Lautrec
da… sbagliando s’impera : l’upupa
Di upupe ne ha fatte almeno due il nostro Jean Modeste ma ne è rimasta una sola,questa in alto.
quella che non c’è più a suo modo di vedere era la più bella,questione di colori,finirà che verrà rifatta.
L’upupa di Montale
giovedì, 13 ottobre 2011 — borislimpopo
Eugenio Montale, coetaneo di mio nonno, avrebbe compiuto 115 anni ieri, 12 ottobre.
Con un giorno di ritardo lo celebro con una sua poesia.
Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l’aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s’arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori
wikipedia.org
L’ùpupa è calunniata dai poeti perché Ugo Foscolo, ne I sepolcri, ne fa erroneamente un lugubre uccello notturno:
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l’úpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerëa campagna
e l’immonda accusar col luttüoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obblïate sepolture.
Un altro poeta calunniatore è Ovidio che, nelle Metamorfosi (VI, 420-675), associa l’ùpupa a uno dei miti più sanguinosi, che riporto qui sotto nel riassunto che ne fa Wikipedia:
Atene, assediata da non meglio specificati barbari, è stata liberata con l’aiuto di Tereo; in segno di riconoscenza, Pandione gli concede in sposa Procne, in un matrimonio in cui però a officiare non sono Giunone o Imeneo, ma le Eumenidi. Tereo e la moglie tornano dunque in Tracia, dove nasce il loro figlio Iti.
wikipedia.org
Passano cinque anni felici, finché Procne prega Tereo di andare a Atene, a chiedere al vecchio Pandione di lasciare venire in Tracia Filomela, sua sorella, di cui sente grande mancanza. Tereo fa come chiede la moglie, ma appena vede Filomela ad Atene viene preso da una sconfinata passione per lei. Pandione non si accorge di nulla e permette a Filomela di lasciare Atene, sotto la promessa di un rapido ritorno, sebbene abbia dei presagi.
I presagi sono ben motivati: appena sbarcati, Tereo porta in una stalla Filomela e la violenta.
wikipedia.org
In preda alla disperazione, Filomela lamenta la sua condizione di anima ferita e colpevole contro la propria volontà, assicurando che rivelerà quanto è avvenuto agli uomini, ai monti, agli dèi. Tereo, preso da rabbia e paura, le mozza dunque la lingua con spada e tenaglia. Dopodiché si reca nuovamente da Procne, con la falsa notizia della morte di Filomela. Passa un anno e Filomela finalmente riesce ad ingegnarsi di scrivere su una tela la denuncia di quanto ha subito e a farla portare da una serva a Procne.
Procne, scoperto il tutto, sfrutta la notte seguente, quella in cui la Tracia celebra i baccanali, per liberare la sorella. Quindi, in cerca di vendetta, uccide Iti, cucinandolo per Tereo. Dopo che questi ha mangiato, ignaro di tutto, la carne di suo figlio, Filomela salta fuori sozza di sangue e gli tira in faccia la testa recisa di Iti. Tereo si getta dunque dietro di loro, ma tutti e tre si trovano mutati in uccelli: Tereo in upupa, Filomela in usignolo, Procne in rondine.corpora Cecropidum pennis pendere putares:
pendebant pennis. quarum petit altera silvas,
altera tecta subit, neque adhuc de pectore caedis
excessere notae, signataque sanguine pluma est.
ille dolore suo poenaeque cupidine velox
vertitur in volucrem, cui stant in vertice cristae.
prominet inmodicum pro longa cuspide rostrum;
nomen epops volucri, facies armata videtur. [Ovidio, Metamorfosi, VI, 667-674]Questa l’ampia e libera traduzione di Giovanni Andrea dell’Anguillara (1563), che trovate su Wikisource:
Il dolor co’l desio de la vendetta
Rendon l’offeso Re si crudo, e insano,
Ch’anch’ei fuor del balcon si lancia, e getta
Per punir quelle due co’l ferro in mano,
E mentre, che per l’arla anch’ei s’affretta,
E si sostien per non cader su’l piano,
Come à le Greche insidiose avenne,
Vede le membra sue vestir di penne.Lascia il ferro crudel l’ irato artiglio,
Et à la bocca un lungo rostro innesta,
L’armano molte penne intorno il ciglio,
Et hà l’ insegne regie anchora in testa,
E dimostra il dolor, ch’egli hà del figlio
Con la sdegnata vista atra, e molesta.
Upupa alza la cresta, e bieco mira,
E mostra il cor non vendicato, e l’ ira.Nel più propinquo bosco entra, e s’asconde
La Greca, che restò senza favella,
La lingua hoggi hà spuntata, e corrisponde
In parte à la sua sorte iniqua, e fella,
Piangendo và il suo duol di fronde in fronde
Con una melodia soave, e bella.
Tien del suo incesto anchor vergogna, e cura,
E non osa albergar dentro à le mura.Progne, che diede à la vendetta effetto,
E fu d’ogni altro error monda, e innocente,
Il nido tornò à far nel regio tetto,
E non hebbe vergogna de la gente.
Del sangue del figliuol anchora hà il petto
Macchiato, e se talhor le torna à mente,
Tanta pietà per lui la move, e ancide,
Che si querela un pezzo, e al fine stride.
Secondo Robert Graves (The Greek Myths), che racconta una variante del mito eceletticamente composta da diverse fonti, spiega in questo modo la metamorfosi: la rondine non ha lingua e vola in tondo, come Procne camminava in tondo, prigioniera; l’usignolo canta tristemente «Ἵτυ, Ἴτυ!», che vuol dire: «Iti, Iti!», lamentando la morte che ha involontariamente procurato al bambino; l’upupa grida: «Ποῦ, pou?», che significa «Dove, dove?», mentre dà la caccia alla rondine.
Tra i calunniatori dell’ùpupa metterei anche l’Antico Testamento, che lo annovera tra gli uccelli impuri, di cui è vietato nutrirsi (Deuteronomio 14, 18; Levitico 11, 19) e il monaco normanno Filippo di Thaon che nel suo Bestiario ne fa (in modo a me peraltro incomprensibile) un simbolo del peccato:
E il sangue indica il peccato da cui gli uomini sono legati:
quando l’uomo dorme nel peccato, il peccato alla morte lo trae;
allora il diavolo vuole coglierlo di sorpresa e strangolarlo.
Per questo dobbiamo lodare ed adorare Dio,
perché tale insegnamento mostra agli uomini:
ci propone un grande esempio
con il comportamento dell’upupa.+