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Archive for gennaio 6, 2012

La ultima puntata… della banca di Cattaraugus..nel NY.

gennaio 6, 2012 Lascia un commento

Ci spiace molto ma le nostre due prime puntate sono andate quasi deserte,nessun commento positivo..come pure negativo..per cui..stanchi di tradurre per voi..vi alleghiamo l’originale del sito in pagina nr 3,la ultima,fate un bel seleziona tutto…poi..copia..cercate traduttore su google..e nel riquadro inserite col mouse un bel..incolla..e ve la.. aprite..voi..la vostra bella Banchetta di Cattaraugus…con tutto lo staff a vostra disposizione..noi per fare la traduzione..ci abbiamo messo tempo e volontà di far bene..niente risultati..niente traduzione!

Prego cliccate e si aprirà automaticamente…

http://www.nytimes.com/2011/12/25/nyregion/the-bank-of-cattaraugus-new-york-states-smallest-bank-plays-an-outsize-role.html?_r=3&pagewanted=3&hp

Qualora voleste vedere o sapere anche i numeri..della Cattaraugus dalla Reuters,siamo organizzati.Abbiamo anche quello..da parte.Fatecelo sapere.

A rileggerci!

Dove si combattè la battaglia dei Campi Raudii..?

gennaio 6, 2012 1 commento

Giovan Battista Tiepolo 1696-1770+La battaglia di Vercelli

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Se questo evento che attrasse nientemeno l’attenzione di un gran pittore come il Tiepolo fosse successo in una landa sperduta della Francia,ogni anno ci sarebbero migliaia di turisti a visitare il campo di battaglia,i reperti storici, e soprattutto gli hotels ed i ristoranti della zona.

Ma una simile battaglia che ha avuto un’importanza fondamentale per la storia delle migrazioni germaniche nel nostro paese è avvenuta nel vercellese,esattamente dove nessuno lo sa,ci son stati secondo Plutarco e le sue Vite Parallele niente di meno che 60mila morti ed addirittura 140mila prigionieri,e se fermate uno studente per strada in città e gli domandate come è andata.. e chi ha vinto la battaglia,vi risponderà che non ne sa un bel nulla!

Questa è una delle tante ragioni per cui se Atene piange Sparta non ride.Ovvero perchè i turisti non vengono dal di fuori a visitare Vercelli ed il nostro indotto turistico commerciale piange e ne soffre.

Bravi!

Cosa ci voleva per fare di questa battaglia una festa nazionale?

Ve lo dico sottovoce…ci volevano nel corso dei secoli dei rappresentanti politici che ne fossero al corrente ed insistessero per dare il giusto lustro a chi mise almeno il terreno dello scontro… se non proprio i soldati.

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La Battaglia dei Campi Raudii, chiamata anche Battaglia di Vercelli, fu combattuta nel 101 a.C. fra un esercito della Repubblica Romana, comandato dal console Gaio Mario ed un potente corpo di spedizione composto da tribù germaniche di Cimbri, vicino all’insediamento di Vercellae, nel territorio di quella che a quel tempo era la Gallia Cisalpina. I Cimbri furono letteralmente distrutti, con più di 140.000 morti e 60.000 prigionieri, compresi moltissimi fra donne e bambini. Una gran parte del merito di questa vittoria fu attribuito a Lucio Cornelio Silla, legato del proconsole Quinto Lutazio Catulo, che comandava la cavalleria romana e degli alleati italici.

A sostegno della tesi tradizionale che si sia combattuta dalle nostre parti,nell’area in sponda sinistra (orografica) del fiume Sesia, poco a nord di Borgo Vercelli e circa a 5 km di distanza dalla città di Vercelli, sono eccezionalmente numerosi i ritrovamenti archeologici presumibilmente legati alla battaglia.

La localizzazione nei pressi di Vercelli è dunque utilizzata nell’analisi del Mommsen riportata sotto ed è condivisa dalla maggioranza degli studiosi.

Ecco la ricostruzione della battaglia,secondo Theodor Mommsen:

I due eserciti si incontrarono presso Vercelli, non lontano dalla confluenza del Sesia con il Po, proprio nello stesso luogo in cui Annibale aveva combattuto la sua prima battaglia sul suolo italiano. I Cimbri erano ansiosi di battersi e, come loro usanza, inviarono una delegazione al campo romano per concordare tempo e luogo. Mario li accontentò, e propose il giorno seguente (era il 30 luglio del 101 a.C.) e la piana di Raudii, un vasto luogo pianeggiante, che avrebbe reso più agevoli le manovre della cavalleria romana, superiore a quella germanica. La cavalleria dei Cimbri, muovendosi nella densa foschia mattutina, fu colta di sorpresa da quella romana, con cui fu costretta ad ingaggiare un combattimento ravvicinato prima che potesse disporsi in formazione di attacco, e fu quindi ricacciata indietro verso la propria stessa fanteria, che stava proprio in quel momento schierandosi a battaglia. Al termine i Romani ottennero una schiacciante vittoria, riportando solo leggere perdite, mentre i Cimbri furono letteralmente annientati. Quelli che trovarono la morte in battaglia, cioè la maggior parte dei Cimbri, compreso il valoroso re Boiorix, poterono chiamarsi fortunati, sicuramente più fortunati di coloro che, venduti a Roma al mercato degli schiavi, trovarono un padrone desideroso di vendicarsi su di loro, uomini del nord, che avevano osato sfidare Roma per conquistare le terre del soleggiato sud prima che i tempi della Storia fossero maturi per questa impresa. Alla notizia della disfatta i Tigurini, che erano rimasti al di là delle Alpi, col proposito di unirsi successivamente ai Cimbri, rinunciarono immediatamente all’impresa e fecero ritorno alle loro sedi. La valanga umana, che per tredici lunghi anni aveva seminato terrore fra i popoli stanziati fra il Danubio, l’Ebro, la Senna ed il Po, si trovava sepolta sotto l’erba oppure soggiogata in schiavitù. Il destino del grande miraggio della migrazione germanica si era compiuto, il popolo senza patria dei Cimbri ed i loro compagni di avventura non esistevano più.

Conseguenze storiche.

 

La vittoria dei Campi Raudii, immediatamente successiva alla sconfitta dei Teutoni, avvenuta l’anno precedente sempre ad opera di Mario nella Battaglia di Aquae Sextiae, pose termine al tentativo germanico di invadere i territori controllati da Roma. Questa battaglia, inoltre, ebbe anche una profonda influenza sulle vicende politiche di Roma stessa, segnando l’inizio della rivalità fra Mario e Silla, che sfociò successivamente nello scoppio della prima delle grandi guerre civili. Come ricompensa per il loro prezioso e coraggioso servizio, Mario concesse la cittadinanza romana ai soldati degli alleati italiani, senza nemmeno prima consultare il senato.

Quando alcuni dei senatori gli chiesero di giustificarsi egli ironicamente rispose che nella concitazione della battaglia gli era stato difficile capire se la voce di Roma era quella degli alleati oppure quella della legge. Da questo momento in poi tutte le legioni italiane sarebbero state automaticamente considerate legioni romane. Fu anche la prima volta che un generale vittorioso osasse sfidare apertamente il Senato. Non sarebbe stata nemmeno l’ultima; nell’88 a.C., Silla, sfidando sia il Senato che le tradizioni, avrebbe guidato le sue truppe all’interno delle stesse mura cittadine, mentre Gaio Giulio Cesare, quando nel 49 a.C. ricevette dal Senato l’ordine di abbandonare il comando e di presentarsi a Roma per rispondere dell’accusa di cattiva condotta delle operazioni, attraversò il confine del Rubicone con una delle sue legioni e marciò sulla capitale.

Quest’ultimo episodio rappresentò l’inizio della guerra civile fra Cesare e le forze fedeli al Senato guidate da Pompeo, segnando di fatto la fine della Repubblica Romana.

My creole belle…!

gennaio 6, 2012 Lascia un commento

leone tolstoi

« […] ho visto a Parigi decapitare un uomo con la ghigliottina, in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore; conoscevo tutti i ragionamenti che gli uomini hanno messo per iscritto nel corso di tanti secoli per giustificare azioni di questo genere; sapevo che tutto veniva compiuto consapevolmente, razionalmente; ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l’assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.[14] »(fonte Wikipedia)
A novembre si vota negli USA,ed Obama che ha dato prova sinora di sapersela cavare molto bene in quel marasma di disastri economici crollati sulla testa al mondo intero non deve perdere questa opportunità,di essere rieletto grazie anche ad un nuovo impegno che porti gli USA finalmente ad abolire la pena di morte.
Gli avversari di questo provvedimento potrebbero essere infatti meno sicuri del fatto loro,mentre i giovani ed i meno giovani sono in piazza a reclamare maggiore attenzione ai fatti interni del paese e meno interventismo militare in giro per il mondo.

Pena di morte.. a chi…negli USA?

Elizabeth Eckford mentre entra in classe.. mista, 1957 +Little Rock.Arkansas

Come siano stati trattati per secoli negli Usa e non, le persone di colore, c’è bisogno di studiarlo.. e molto,infatti se pensate che la fine della segregazione nelle università USA si ebbe nel 1957 ed ogni volta che c’è un omicidio da prima pagina sui giornali c’è un povero nero che è già stato giustiziato prima di essere sottoposto a processo.
Cosa ce ne facciamo di un nero in più o in meno?
Nulla.

..a scuola..scortati dal proprio esercito..!

Dalla schiavitù all’emarginazione sociale,come per i nord-africani ed altri che vendono la droga a Torino.Tutti lo sanno,li fotografano,li classificano e questi vanno impuniti,anche perché se non guadagnassero la loro parte quotidianamente,farebbero di peggio.
Così ho appreso da un amico più anziano,che per tanto male ci si comporti,si può sempre far di peggio..ed allora accontentiamoci del male minore. Non è propriamente il meglio di quanto si abbia da offrire,ma che società sarebbe se non avessimo le carceri piene di quel tanto da indurre qualcuno a dare un’occhiata se sono ancora vivi o morti dentro?

In America c’è la pena di morte anche per gli sfortunati senza soldi,e la cosiddetta rieducazione del carcerato viene messa in un angolo,nessun candidato correrebbe da perdente con la bandiera dell’abolizione,la quale potrebbe a sua volta ritorcersi in una condanna per il candidato stesso.
Ma ha un senso tutto ciò?
Una società instilla tramite la religione da una parte il non uccidere..e poi ci pensa lo stato..che non ha fatto a sufficienza per migliorare le condizioni di vita di un emarginato.. a far giustizia, tramite un assassinio legalizzato,coi parenti delle vittime a volte che chiedono vendetta.
Voi non capite..siete europei…!

Grazie….facciamo cambio..??

++

http://www.huffingtonpost.com/david-margolick/race-america-_b_1096201.html

http://www.socialistworker.co.uk/art.php?id=13017

http://www.loc.gov/exhibits/brown/brown-aftermath.html