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La merlettaia..

settembre 4, 2011 Lascia un commento

La merlettaia + Jan Vermeer+1665 ca.+Louvre

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Il Buddha già al vederlo è la personificazione della pazienza e l’asiatico,buddhista o meno,è di gran lunga più rassegnato dell’occidentale,salvo che nel lavoro dove si comporta con mitezza,gentilezza e tempismo.

Se non conoscete cosa sia il pronto moda,ve ne do un’idea;

Il pronto moda è una determinata modalità produttiva utilizzata prevalentemente nel settore della produzione di abbigliamento. È caratterizzata da una tempistica di produzione drasticamente ridotta, con uscite di prodotto ininterrotte e repentini riassortimenti.*              

 

Oggi i negozianti come le catene di distribuzione di abbigliamento hanno bisogno in continuazione di novità da esporre per attrarre il maggior numero di clienti possibili,i quali sono facili a stufarsi rapidamente di tutto e pure in fretta,per cui bisogna corrergli dietro con continui inserimenti di prodotto per non perderli.

Quando si parla di consegnare in trenta giorni,vuol dire trovare il tessuto,confezionarlo e consegnarlo al negozio. Nessun fabbricante di tessuti si tiene in casa merce sufficiente per fare il pronto,per cui ci vuole il suo tempo a prepararlo.

Se consideriamo che un viaggio via mare dall’Asia prenda trenta ,quaranta giorni di navigazione,appare chiaro e semplice che bisogna affidarsi ad un fabbricante di tessuti europeo,vedete dunque come il nostro tessile qualche spiraglio buono l’abbia conservato. Almeno per il settore donna,quello del pronto.

Confezionare,può voler dire sapere ancora usare una macchina da cucire,e qui casca l’asino,perché le nostre segretarie non sono preparate a questo ruolo,come neppure le diplomate in ragioneria.

Quando e se,avranno un marito e dei figli,se si stacca un bottone delle mutande di qualcuno,o di una camicia le butteranno via ,e ne acquisteranno di nuove,per cui il meccanismo del consumismo non si fermerà.

Eventualmente si svuoterà il portafoglio,più in fretta di oggi.

Ai nostri tempi tra un collegio o il servizio militare eri obbligato anche da maschietto a stirarti le braghe sotto il materasso del letto ed a usare ago e filo.

Oggi con le unghie alla moda,lunghe, laccate di bianco alla Jennifer Lopez,lo vedo inusuale che riescano le graziose fanciulle ad infilarsi un ditale. Non parliamo dei ragazzi.

Le cinesi non hanno questo problema ,se lavorano nell’abbigliamento.

Ed i titolari cinesi,avendo l’opificio aperto mattino,pomeriggio,sera e notte ,quando c’è necessità,ovvero i tre-quattro turni in fabbrica  di una volta,hanno finito col raccattare tutto il lavoro dalle case di pronto moda non per merito proprio,quanto per inefficienza altrui.

Se devi consegnare non puoi menare il can per l’aia ,e vince chi è affidabile.

Ho notato come sia a Prato sia nel  Veronese,aree leaders della confezione in pronto moda, i cinesi si siano presi poco a poco tutto il lavoro per la qualità della loro manualità.

Altrettanto sta  succedendo nel commercio ambulante..

I banchi ai mercati sono perlopiù cinesi,progrediscono come facevano i nostri antenati,poi acquistano quattro muri,ed hanno il fiuto di scegliersi il segmento di mercato più confacente ai tempi,sono professionali perché sanno dove rifornirsi a prezzi equi,guadagnano e prosperano lavorando duro ed ad orari che neppure i titolari nostri accetterebbero mai più,ed infine sono criticati come si conviene dai nostri connazionali che scelgono il segmento di nicchia per necessità,quello dove, chi già ci stava con fatica,tira fuori le unghie per difendersi,ed i nuovi arrivati,non esperti di prodotto del settore,franano.

Anche in alto..non c’è posto..per tutti.

Brutto fare esempi per spiegare meglio le cose.

Ai tempi dello Zar gli Ebrei erano confinati da Sua Grazia..nel cosiddetto “recinto”,termine di per se già dispregiativo,dove non potevano essere proprietari terrieri bensì vivere o di piccolo commercio o professioni liberali o sotto padrone locale,in breve erano quasi tutti dei morti di fame per mancanza dei più elementari diritti civili causati dal timore della concorrenza coi locali.

Parlo di Polonia,Ucraina,Bielorussia,Stati Baltici e limitrofi. Per andare a studiare a Mosca ci voleva un lasciapassare.

Ma per la ferma militare non c’erano eccezioni,infatti eran guerre una dietro l’altra e serviva carne da macello.

Che volete che vi dica,che dobbiamo punire chi ancora lavora e produce e collabora con le ditte italiane per ìl nostro benessere?

Un piccolo..piccolo.. diritto elettorale…nooo.eh..?

Emarginiamoli..ma sì..meglio!

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*http://it.wikipedia.org/wiki/Pronto_moda

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FINE

 

Il Duomo di Vercelli…il BOOK… ed al microfono…Ivan Capelli.

settembre 4, 2011 Lascia un commento

La cattedrale di S.Eusebio,detto Duomo.

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L’attuale cattedrale è costruita sul luogo di un preesistente edificio di culto risalente al IV secolo. Nel corso del medioevo la chiesa subì diversi rifacimenti. Nell’XI secolo l’antica chiesa subì i primi restauri, a causa del suo eccessivo decadimento e per un incendio (997) che ne sconvolse la stabilità. Nel XII secolo, epoca a cui risale l’attuale campanile, la cattedrale aveva cinque navate divise da colonne con transetto, ed era preceduta da un ampio portico; l’abside era decorata a mosaico, e nel presbiterio era collocato l’ambone scolpito da Benedetto Antelami.

Nella seconda metà del XVI secolo il valsoldese Pellegrino Tibaldi, su committenza del vescovo locale, ristrutturò l’edificio, distruggendo ciò che rimaneva della chiesa medievale, ossia il coro ed il presbiterio; anche l’impianto basilicale fu ridefinito con l’edificazione di cappelle laterali, e di nuove navate, terminate solo nel XVIII secolo, secolo in cui furono costruiti anche l’atrio e l’attuale facciata. All’inizio del XIX secolo fu collocata sotto l’altare maggiore l’urna contenente le ossa di sant’Eusebio, ritrovate durante i lavori cinquecenteschi di rifacimento.

In una cappella della navata destra della cattedrale sono sepolti alcuni illustri esponenti della dinastia dei Savoia: Carlo I, Carlo III, la duchessa Jolanda e Vittorio Amedeo I di Savoia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Vercelli

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Raccontiamo ora un pò di storia del Vercelli Book

 

 

A proposito della mostra vercellese sul Vercelli Book e dell’intervento di Massimo Introvigne che potete leggere qui, è ora apparso sul sito Internet della Santa Sede un testo pubblicato su L’Osservatore Romano, che dà conto dell’iniziativa e dell’intervento. Lo trascriviamo qui di seguito

 

Nel «Vercelli Book» una delle più antiche testimonianze della letteratura britannica
Quel cuore anglosassone che batte in Piemonte

di Silvia Guidi (L’Osservatore Romano, 18-19 novembre 2010)

 

Un pezzo di Old Anglia a Vercelli, una mostra ricca di tesori librari e paleografici di inestimabile valore, che può essere letta come un commento visivo e documentario a margine della recente visita del Papa in Gran Bretagna; “Percorsi straordinari”, allestita nelle sale del Palazzo arcivescovile fino al 31 ottobre,illustra le testimonianze dei rapporti che fin dal medioevo legarono la città piemontese al mondo anglosassone, dai codici che attestano il culto locale di san Tommaso Becket – come il Sacramentario xlii scritto sul finire del dodicesimo secolo, donato alla cattedrale durante la festa di santa Caterina del 1194 – al celebre Vercelli Book, uno dei quattro codici che ci permettono di entrare in contatto con la prima produzione poetica anglosassone, e l’unico esemplare conservato al di fuori delle isole britanniche.
Il volume arrivò a Vercelli, con ogni probabilità, nel dodicesimo secolo, lascito di un pellegrino destinato a una delle strutture ospedaliere cittadine, o più probabilmente, dono di un vescovo. Vergato nel decimo secolo, verosimilmente da un’unica mano in più riprese, racchiude ventitré omelie e sei componimenti poetici; l’intero corpus dei poemi è anonimo, tranne I Fati degli apostoli ed Elena che contengono l’acrostico runico di Cynewulf, uno dei più antichi poeti anglosassoni conosciuti.
I testi sono redatti in un dialetto sassone occidentale identificato solo nel 1822 da Friedrich Blume nel corso del suo viaggio di studio in Italia; lo studioso tedesco stava cercando alcuni testi giuridici nella Biblioteca capitolare e si è imbattuto per caso nel codice. Fu Karl Maier, dodici anni dopo, a trascrivere i testi e a studiarne le caratteristiche paleografiche e codicologiche.
I legami tra la diocesi vercellese e il mondo anglosassone sono stati talmente profondi da creare non solo echi di gusto formale nelle opere, ma anche una rete di strutture volte a cementare queste connessioni. Sulla via verso le grandi mete dei pellegrinaggi religiosi, prima fra tutte Roma, erano frequenti le soste dei pellegrini nei centri predisposti alla loro accoglienza. Alcuni di questi erano stati fondati appositamente per i viaggiatori stranieri, come l’Ospedale di Santa Brigida degli Scoti, realizzato nel X secolo, dedicato principalmente ai pellegrini inglesi, e quello intitolato a santa Maria, fondato nel 1262 da Simone Fasana presso la parrocchia di San Tommaso, che si occupava di accogliere francesi e inglesi. L’Ospedale di Santa Brigida degli Scoti, ora Palazzo Berzetti di Buronzo, si affacciava sull’attuale piazza D’Angennes, quindi in posizione privilegiata vicino alla sepoltura di sant’Eusebio.
A testimonianza della florida attività della struttura sono confluite nell’Archivio capitolare fonti scritte tra cui le tre pergamene esposte, databili al 1162, 1174 e 1175 che evidenziano la pratica delle donazioni da parte di fedeli e pellegrini come atto penitenziale di riscatto e devozione. La testimonianza dei “romei” provenienti dall’area anglosassone si riscontra anche attraverso le annotazioni di necrologi in un Messale contenuto nel codice lxii donato alla cattedrale di Sant’Eusebio dall’arciprete Mandolo, di cui si conserva il testamento datato 30 aprile 1210; a margine del giorno 11 gennaio si legge il necrologio Paschen Scotigena riferibile a un anno imprecisato ante XII secolo.
“Il Vercelli Book è un testo essenziale per comprendere le radici cristiane dell’Inghilterra – ha spiegato Massimo Introvigne in un incontro sulla mostra che si è svolto nel Seminario arcivescovile – la presenza a Vercelli di questo libro, casuale o se si preferisce provvidenziale, è dovuta a un intreccio di strade che portavano monaci e pellegrini dalla lontana Gran Bretagna a Roma e ritorno, già di per sé un elemento che mostra l’unità spirituale dell’Europa del medioevo. I temi che tratta sono profondamente religiosi e cristiani e nello stesso tempo profondamente britannici ed europei. Le storie dei santi e dei primordi della cristianità intrecciano elementi biblici e altri che derivano dai poemi epici celtici, non giustapposti ma fusi insieme armonicamente. Dalle sue pagine esce viva una cultura che è insieme celtica e cristiana, formata nei monasteri”.
Quella stessa cultura evocata dal Papa durante la sua visita in Gran Bretagna attraverso la figura del benedettino san Beda (672-735), la fonte da cui ricaviamo qualche notizia sui primi grandi poeti cristiani in lingua inglese, Cynewulf e Caedmon. I loro testi più antichi sono conservati proprio nel Vercelli Book: I Fati degli apostoli, Elena e forse Andreas per Cynewulf, Il sogno della croce per Caedmon, senza peraltro che le attribuzioni siano del tutto sicure.
“Nel primo poema del libro, sant’Andrea, il santo patrono della Scozia – continua Introvigne – la cui crux decussata o croce diagonale su cui fu martirizzato costituisce la bandiera scozzese ed è parte della britannica Union Jack, cerca di salvare l’apostolo san Matteo che è stato rapito dai cannibali mirmidoni. Del leale equipaggio della sua nave, un tipico comitatus di uomini, come s’incontra tanto spesso nella letteratura celtica e britannica, fanno parte un timoniere e due marinai, che sono in realtà Gesù e due angeli sotto mentite spoglie. Ma sant’Andrea non lo sa, e annuncia loro il Vangelo. Gesù gli concede prima il dono dell’invisibilità, grazie al quale sant’Andrea riesce a penetrare nelle terre dei mirmidoni, poi la forza, quando è scoperto, di resistere alle loro torture e infine di convertire i cannibali al Vangelo e liberare san Matteo. Anche questo poema – continua Introvigne – ci fa vedere come nasce l’Europa nei monasteri: le radici della storia sono greche e derivano dagli Atti di Andrea nel quarto secolo, con un’ovvia eco omerica, ma la materia è rielaborata con l’andamento fiero e quasi militare delle epopee celtiche, su una base che rimane quella della storia della salvezza cristiana. I cannibali rappresentano, come il drago ucciso da san Giorgio, il paganesimo con i suoi sacrifici umani; sant’Andrea sconfigge i suoi nemici, ma non li distrugge, li converte”.
Elena, il capolavoro di Cynewulf è invece una classica storia di inventio di una reliquia, anzi della reliquia per eccellenza, la Santa Croce, da parte di sant’Elena (250-330 circa), madre dell’imperatore Costantino (272-337). “L’episodio è storico, ma il poema è deliziosamente anacronistico – spiega Introvigne – perché Elena è trasfigurata in una tipica eroina della mitologia celtica”. Forse il testo del Vercelli Book che ha avuto la maggiore influenza nella formazione della cultura britannica è The Dream of the Rood, talora tradotto come Il sogno della croce. Rood è il legno dell’albero da cui è tratta la Vera Croce, oggetto di una visione in cui il legno stesso appare, parla e racconta la storia della crocifissione dal punto di vista della Croce stessa. “Un albero che vive e parla è un elemento tipico del folklore celtico, e se ne ritrovano le tracce ancora nell’opera di Tolkien, ma i tentativi moderni di ridurre The Dream of the Rood a un testo pagano non possono che fallire. Contrapporre la radice celtica e quella cristiana del poema è, anche qui, un errore. I due elementi vivono e compongono un gioiello della poesia europea proprio in quanto stanno insieme”.
I rapporti tra Vercelli e il mondo anglofono non si limitano al medioevo: nel 1787 un avvocato della Virginia, appassionato di architettura e di agronomia attraversò “per tre settimane la regione del riso al di là delle Alpi, da Vercelli a Pavia”. Un grand tour in Italia a fini aziendali, oltre che culturali: l’obiettivo di Thomas Jefferson, che quattordici anni dopo sarebbe diventato il terzo presidente degli Stati Uniti d’America, era scoprire il segreto per cui il riso del Piemonte era di qualità superiore a quello della Carolina, come scrive lo stesso Jefferson nella lettera indirizzata a John Adams il 1° luglio 1787.

http://www.cesnur.org/2010/mi-ver.html

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E per chiudere..un dessert..

 

Ivan Capelli ex pilota di F1 ed ora commentatore sportivo RAI.

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Rettilineo delle tribune+Monza+trofeo Renault 5+

Finita la storia,passiamo all’attualità di Piazza Sant’Eusebio.. e non solo.

Ivan Capelli in telecronaca diretta.

Ci chiedono di farci portavoce di lagnanze riguardo la circolazione serale e notturna del sabato sera.

Avendo il viso diretto al Duomo,di spalle c’è un rettilineo che proviene dalla stazione,con una leggera curva,simile al “curvone” di Monza di una volta,leggermente a destra.

La puoi fare frenando leggermente o sollevando il pedale del gas,poi entri di brutto e proprio di fronte la Chiesa c’è la staccata della Ascari,ma un pò più a gomito,curva a sinistra,scalando due marce,accelerata lungo il fianco  del Duomo con curva  a destra,sgommando alla grande…sali di una marcia e acceleri,cali il gas leggermente,curva a destra in pieno.. ed entri nel rettilineo di corso Italia,un bel kilometro tranquillo che alle tue ore i semafori sono solo più lampeggianti. Tira pure il collo all’auto o alla moto,dormono tutti.

Appena superato il Duomo..alla nostra destra..ci buttiamo in corso Italia..

L’abbiamo fatto anche noi da ragazzi.Un mio amico si è capovolto con la mamma seduta alla sua destra,arrivai a piedi cinque minuti dopo il misfatto.Indenni entrambi.

Ma c’era meno traffico di oggi.I residenti  lamentano che a tutte le ore sino alle cinque del mattino sono accelerate alla Valentino Rossi se in moto,o alla Felipe Massa se in auto.Tutte le due notti del weekend.

Ci pregano di inoltrare una richiesta per dei dissuasori sul manto stradale, e come la mettiamo con le ambulanze che trasportino d’urgenza dei malati gravi?

Poi mi contano che di notte,altro che isola pedonale..in piazza Cavour…i nostri… entrano pure col Doblò della ditta,seguiti a ruota da altri compari..tutti in auto..tanto nessuno li vede..non ci sono telecamere.

Signori,c’è aria di crisi in giro ed hanno bloccato le assunzioni nella P.S. nei Carabinieri e nei Vigili Urbani.

Provate con l’Esercito,che piazzi un cingolato di traverso..a mò di chicane in corso Italia ed un altro in via Gioberti all’imbocco della piazza,per bloccarne l’accesso.

Basteranno…??

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 FINE

Abbasso i ricchi…ed anche i poveri..

settembre 4, 2011 Lascia un commento

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E io magno…e me ne frego…

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Sono arrivato tardi a casa per il telegiornale delle ore 20…ma non tardi lo sufficiente per non sentire..che nella nuova finanziaria c’è posto di nuovo per la nautica da diporto…il cui mercato nel 2009..è meglio parlare di altro..

…tanto in fabbrica ci sono ormai solo robots e quindi a noi che ci interessa di salvare il lavoro a dei robots?

 E… ficcagli una nuova tassa …

Noi pensiamo agli esseri umani,alla gente con famiglia,a chi lavora..non a chi ha dei soldi o delle capacità imprenditoriali per far girare fabbriche e mantenere.. se non aumentare l’occupazione ed il Prodotto Nazionale Lordo..

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Sto di nuovo dalla parte del Ministro Tremonti, che in quattro giorni non si fa una legge con tutti che vogliono dire la loro..ovvero dire nulla..ed il povero Silvio dopo l’incasso…. dell’esborso da 500 milioncini.. da dare ad un concorrente..lo vedo sempre molto bianco in volto in tivvu..come se non avesse digerito. E chi può dargli torto?

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Noi abbiamo salvato le pensioni..e noi gli stipendi..e noi le rendite finanziarie.. noi l’IVA.. noi…il nostro seggio in Parlamento…ecco la verità..possibilmente per le prossime elezioni..che ci frega se a scuola domani mancherà la carta igienica per gli insegnanti ed allievi..a causa dei tagli? ..che vadano al gabinetto a casa loro!!

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Santità,per cortesia,di benedizioni dai nostri rappresentanti.. siamo stufi di prenderne..in tivvù..costano più di un’elemosina normale..gliene dia Lei una e sola..a tutti i rami del Parlamento…che incomincino..a potarseli da soli..andandosene a casa almeno la metà dei mille che ci fanno ombra.

GRAZIE! 

Montecitorio 

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Palazzo Madama

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FINE

Le mandorle perchè fanno bene?

settembre 4, 2011 3 commenti

Il mandorlo è il primo albero a fiorire: annuncia la primavera ed è considerato il simbolo della rinascita. Non a caso, il seme, trasformato in confetto, è il grande protagonista di nascite e matrimoni.

Simboli a parte, la mandorla è un concentrato di minerali: ricca di ferro, fosforo,potassio, calcio,rame e zinco che ne fanno un vero e proprio integratore naturale con poteri antiossidanti e antinvecchiamento.

Mangiarne tre al giorno, è un elisir di giovinezza ed uno scudo che protegge da molte malattie, compresi i tumori.

A rendere “magica” la mandorla è la presenza di acidi grassi Omega-3 e Omega-6 della vitamina E: questa associazione la fa considerare superiore, dal punto di vista nutrizionale, a ogni altra frutta secca con il guscio, con un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Infatti i grassi polinsaturi mantengono basso il colesterolo nel sangue, rendono elastiche le pareti del cuore  e delle arterie e, probabilmente, fanno si che il corpo utilizzi meglio l’insulina, con vantaggi sulla glicemia.

Non solo: questi frutti contengono una buona quantità di fibre vegetali, che sono utili per regolarizzare l’intestino, e inositolo, che protegge e aiuta le funzionalità del fegato.

E’ molto importante pero’ scegliere bene al momento dell’acquisto: il frutto deve avere il guscio intatto, essere “pesante” ed il seme deve essere aderente al guscio stesso. Per le mandorle sgusciate, invece, è bene acquistare le confezioni in pacchetti sottovuoto. In casa si ripone in un contenitore a tenuta d’aria e poi si puo’ conservare fino a sei mesi in frigorifero o anche un anno in freezer.